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MAPPA

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L'intero progetto, in corso di realizzazione, è reso possibile grazie al contributo di Publiacqua attraverso il bando

'I Cammini dell'acqua' per la valorizzazione dei territori. 

DALLE AGNE ALLE BURI

MONTALE: SENTIERI DI STORIA E FEDE NEL CUORE ANTICO DELLA TOSCANA

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Situato tra Pistoia e Prato, ai piedi delle colline che si innalzano verso la dorsale appenninica, Montale è un territorio ricco di storia e tradizione. La sua posizione lo ha reso, sin dall’antichità, un punto di collegamento naturale tra la pianura e la montagna, tra la Toscana interna e i valichi verso l’Emilia.

 

Un toponimo che parla del passato

 

Il nome “Montale” compare nei documenti soprattutto a partire dall’inizio del XIII secolo, legato al castello che fu costruito da Pistoia su di un monticello ai piedi dell’Appennino, contrapposto a quello fiorentino di Montemurlo, ma la zona, come testimoniano i ritrovamenti archeologici, era già abitata dagli etruschi e dai romani. Vi passava la via Cassia (II sec. a. C.) e su questa si trovava la stazione di posta di Hellana a dimostrare che già allora era un punto strategico della viabilità.

 

I Longobardi e la strada della valle dell’Agna

 

Tra la fine del VI e l’VIII secolo, dopo la caduta dell’Impero Romano, il territorio fu occupato di Longobardi e nel luogo dove prima si trovava Hellana fu costruita l’abbazia regia di San Salvatore che aveva un hospitale al servizio dei pellegrini e dei viaggiatori che percorrevano la via Cassia, ma anche della strada che risaliva la valle dell’Agna diretta verso Bologna e che ora è diventata il percorso di cammino La strada dei Longobardi.

Montale lungo la Via di San Jacopo

 

Nel Medioevo, Montale divenne una tappa lungo la Via di San Jacopo, importante cammino di pellegrinaggio che univa Firenze a Pistoia, proseguendo poi verso Lucca e la Via Francigena, fino a Santiago de Compostela. Pellegrini provenienti da tutta Europa attraversavano questi luoghi, sostando in ospitali e pievi, in cerca di conforto, protezione e fede, e a Montale, oltre all’abbazia di San Salvatore in Agna, trovavano anche l’altomedievale pieve di San Giovanni. Questo antico tracciato è oggi riscoperto e valorizzato come itinerario culturale e spirituale.

 

Camminare oggi sul territorio di Montale significa riscoprire un paesaggio che ha visto passare mercanti, pellegrini, soldati e contadini. È un viaggio nel tempo, tra testimonianze storiche, natura e memoria.

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IL GRANDE ANELLO CHE UNISCE LE VIE DELLE AGNE CON LE VIE DELLE BURI

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Dalle Agne alle Buri é un percorso ad anello di circa 37km con 1.350 mt di dislivello che può essere fatto sia in bicicletta che a piedi.

Nel caso si voglia spezzare il giro in due tappe è possibile dormire al CEA Acquerino e Cantagallo: La Cascina di Spedaletto (informazioni al cell. 344 1044767).

 

L’anello congiunge le due vallate e i due bacini idrografici delle Agne e delle Buri.

Partendo dal parco dell’Aringhese, dal laghetto, si sale lungo il sentierino, poi arrivati a Montale Alto, si scende sulla vecchia strada che passando nelle vicinanze del centro di Montale ci porta a Fognano e proseguendo sulla “Via delle Agne” arriviamo in loc. Scali e poi, salendo, fino a Tobbiana. Dal borgo proseguiamo verso la Cascina di Spedaletto sovrapponendoci in alcuni tratti con l’antica transappenninica che collegava Montale a Porretta: La Strada dei Longobardi.

Raggiungendo il crinale spartiacque ci troviamo sul sentiero 00 o E1 (Sentiero europa N.1) che dal nord Europa raggiunge la Sicilia proprio lungo i vari spartiacque.

Si sale poi per una strada bianca che ci porta sul crinale e incontriamo alcuni cartelli che ci indicano che ci troviamo sulla Via Gotica e raggiungiamo il poggio dell’Acquifreddula dove troviamo il primo primo piccolo rigagnolo che andrà a contribuire alla creazione della Bure che arriva a Santomoro.

Si prosegue in discesa lungo il sentiero CAI 204 fino alla Chiesa di Valdibure per ritornare sul sentiero delle Vie delle Buri e a Santomoro dove si risale un po’ di quota raggiungendo il borgo Castel dei Gai per poi su una bella carrareccia si raggiunge la diroccata Pieve di San Quirico. Abbiamo così oltrepassato lo spartiacque della Bure di Santomoro. Sopra di noi al Poggio Castellare sorgeva l’antico castello di Pecunia in un punto di avvistamento strategico (collegato con un’antica via ancora visibile in bezzo al bosco che portava verso Badia a Taona). Il nostro percorso prosegue lungo il sentiero CAI 220 verso il “borgo fantasma” di Santa Lucia, apprezzabili sono i resti dell'antica chiesa romanica, oltrepassando il borgo giungeremo alle mura ed al cancello dove possiamo ammirare i resti suggestivi della Villa del Calderai. Si continua sul CAI 220, qui nominato "Sentiero della Volpe", e si giunge nuovamente a Montale Alto e al parco dell’Aringhese.

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